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Anello Gufo in argento, zirconi colorati e smalti

99,00

Disponibilità: disponibile

Anello gufo in argento rodiato 925% (10,80 gr circa, il peso varia a seconda della misura), zirconi colorati (taglio brillante), smalti in resina colorati. Gioiello ispirato al mito altoatesino del saltaro!

Misure: 18/19/22

Dimensione anello: 26x23x23 mm cc

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Descrizione

Anello con Gufo prototipato a mano con lastre e fili in cera. Sono stati tagliati dei rettangoli lunghi e poi modellati per fare le fascette. I fili in cera di diverse misure sono stati modellati anche loro per far prendere forma agli anelli e con l’aiuto di una fiamma (spiritiera) ed uno specillo a punta sono stati saldati sulle fascette ed il tutto è stato finito di modellare. Sottoposti a microfusione e rifiniti a banchetto con lime, frese e carte abrasive (dalla grana più grossa alla grana più fine), sono state incastonate le pietre con l’aiuto di frese coniche e bulini. Rifiniti ulteriormente con i gommini per togliere possibili graffi dovuti all’incastonatura, successivamente sono stati lucidati all’interno e all’esterno prima con spazzola in crine e pasta gialla a velocità minima (per togliere gli ultimi graffi rimasti) e a velocità massima (per rifinire il tutto), ed in seguito con spazzola in cotone morbido e rossetto d’ossido di ferro, sia a velocità minima che a velocità massima. Una volta lucidati sono stati lavati con acqua calda e sapone per gioielli (nell’ultrasuoni, macchinario che con scariche di ultrasuoni che lava accuratamente l’oggetto), fatti asciugare ricoprendoli con sabbia specifica e sottoposti a rodiatura (o bagno galvanico). Per concludere sono stati applicati gli smalti e lasciati asciugare.

Anello Gufo: ispirato da un mito altoatesino

Quando una delle mie clienti vide il ciondolo raffigurante il gufo, mi raccontò una storia che non conoscevo e che voglio condividere qui perché credo sia di un certo interesse culturale. Da qui nacque l’idea di creare un anello con gufo.
Non tutti sanno che, fino al 1950, nelle campagne altoatesine viveva una figura particolare, quella del saltaro (o saltner in dialetto). Tra una guardia civica e uno sciamano, il saltaro lavorava per conto dei proprietari terrieri stagionalmente (da luglio o agosto fino alla raccolta completa dei frutti) e aveva diversi compiti. Egli teneva lontano i ladri, gli animali o gli uccelli affinché non danneggiassero il raccolto. Inoltre il saltaro svolgeva piccoli lavori nei campi, come l’affilatura della lama delle falci o la raccolta di erbe aromatiche, delle quali spesso finiva per diventare grande esperto. Infine questa figura vigilava sugli accessi vietati ai campi e non si muoveva mai dai territori che gli venivano assegnati, arrivando anche a mangiare e dormire nei campi (o in torri di legno che si costruiva) per restare sveglio e all’erta tutta la notte. Nonostante tutto però era un mestiere ambito perché il salario era molto buono e solo il giovane più onesto, il lavoratore più instancabile e con notevole resistenza fisica veniva scelto tra i servi o assunto da uomo libero. Pare non si lavasse mai così da apparire più un bandito che una guardia, e il suo aspetto in generale non lo aiutava di certo! Usava indumenti di cuoio che gli permettevano di spostarsi e muoversi agevolmente. Alla cintola portava pelli di scoiattolo per assicurarsi agilità e pelli di volpe per la scaltrezza. Sul petto portava monete e denti di cinghiale che poteva usare come fischietti.

Copricapo a forma di gufo

Ma la cosa che più mi ha incuriosito e interessato di più della figura del saltner è che per spaventare i ladri si vestiva di un copricapo sgargiante formato da piume di gufo appariscenti. Secondo la leggenda questo copricapo lo aiutava a vedere nel buio e a proteggersi dagli spiriti maligni della notte.

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