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Girocollo in argento con catenina, capicorda e chiusura

79,00

Disponibilità: disponibile

Girocollo da donna con catenina, capicorda e chiusura in argento 925% (9,66 gr) della collezione Fili.

Diametro girocollo: Ø 40 mm

Lunghezza 450 mm

Descrizione

Il girocollo in argento nero è stato modellato a mano al banchetto. Tre catenine d’argento nero rodiate e una d’argento normale, sono state tagliate tutte a misura standard. Da una cerniera di medie dimensioni (semilavorato in argento) con un seghetto, sono state ricavate due maglie; rifinite con frese, lime e carte abrasive (dalla grana più grossa alla più fine) vi sono state inserite e saldate le due estremità dei quattro fili; il tutto è stato messo in acido; nel frattempo, con un filo 0,70 cm sono state realizzate altre due maglie, poi saldate all’estremità delle prime due e rimesso di nuovo tutto in acido. Una volta inserita la chiusura è stato rifinito con gommini e carte abrasive dalla grana fine; In seguito è stato portato a lucidare, prima con spazzola in crine e pasta gialla (a velocità minima per togliere gli ultimi graffi rimasti e a velocità massima per rifinire il tutto) ed in seguito con spazzola in cotone morbido e rossetto d’ossido di ferro (sia a velocità minima che a velocità massima). Lavato in acqua calda e sapone per gioielli (nell’ultrasuoni, macchinario che grazie a scariche di ultrasuoni lava l’oggetto accuratamente) è stato fatto asciugare immergendolo nella sabbia specifica.

Girocollo composto da tre fili di argento nero e uno della colorazione classica

Alla realizzazione del bracciale in argento della collezione Fili è seguita quella del girocollo con fili di argento nero. Si tratta di un gioiello semplice, raffinato ed elegante che tende a vestire morbidamente il collo di una donna facendone risaltare le linee.
L’associazione fili/donna mi riporta ad Arianna ed al suo famoso gomitolo che permise a Teseo di portare a termine il suo terribile intento. Minosse, re di Creta, costretto a rinchiudere il figlio Minotauro all’interno di un labirinto inestricabile, chiede ad Atene di versare un tributo annuale consistente in sette fanciulli e sette fanciulle da dare in pasto al temibile Minotauro. Stanco di questa atroce prepotenza, il giovane e coraggioso Teseo, figlio del re di Atene, decide di recarsi egli stesso a Creta per uccidere la mostruosa belva. Alla corte di Minosse dove viene accolto, Teseo incontra la giovane figlia del re, Arianna che si innamora di lui al primo sguardo; per amore appunto la fanciulla consegna a Teseo un gomitolo di lana che lui, all’ingresso del labirinto, inizia a dipanare fino a quando, incrociato il feroce Minotauro, lo affronta e lo sconfigge uccidendolo. Riavvolgendo il filo, poi, il giovane riesce a trovare facilmente l’uscita del labirinto e parte insieme ad Arianna verso Atene. Diverse versioni del mito concordano sul fatto che la fanciulla non arriverà mai nel regno Egeo perché Teseo l’abbandonerà prima, nell’isola di Nasso (da qui la dicitura “piantata in asso”). Un amore sottile come un filo, appunto, ma un filo tanto forte da schivare la morte e liberare un intero popolo da una straziante schiavitù. E, ancora, a proposito di labirinti, diceva il regista Orson Welles

“Io credo, pensando ai miei film, che siano imperniati non tanto sul conseguimento di qualcosa, ma piuttosto sulla ricerca. Non so perché, ma i miei film sono tutti, in gran parte una ricerca fisica. Se noi cerchiamo qualcosa, il labirinto è il posto più adatto alla ricerca.”

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